05:21 - martedì, 19 Marzo 2024

N. 25 posti per tirocinio Post-Laurea Magistrale in Psicologia

L’Associazione Psicoanalitica Abruzzese di Chieti mette a disposizione n° 25 posti ogni anno per lo svolgimento della formazione abilitante e professionalizzante che è affidata, secondo la normativa vigente, al percorso esperenziale del TPV “tirocinio pratico valutativo” ed alle scelte successive a conseguimento della laurea magistrale.
Gli interessati ad accostarsi e a coltivare la cultura psicoanalitica possono rivolgersi alla segreteria per informazioni sulla modalità d’accesso il lunedì, mercoledì e giovedì ore 10:00 – 12:00

Contatti Segreteria: 0871540492  segreteria@apascuola.it



PRESENTAZIONE

La nostra associazione, dal 2006, è una struttura accreditata ad accogliere tirocinanti provenienti dalle diverse facoltà di Psicologia Italiane.

Didatticamente l’Associazione copre le aree della clinica, degli adulti e dell’età evolutiva.

Fin dall’inizio ci siamo posti la domanda di quale esperienza clinica professionalizzante potesse aver bisogno un/a giovane laureato/a in psicologia. Un/a giovane orientato/a clinicamente che all’inizio dell’attività incontra un paziente, con quale armamentario psichico si presenta a questo incontro?

La formazione abilitante e professionalizzante è affidata, secondo la normativa vigente, al percorso esperienzale del TPV (tirocinio pratico valutativo) e alle scelte successive al conseguimento della laurea magistrale. In questa fase transitoria i 30 CFU previsti dal TPV propedeutico alla Prova Pratica Valutativa, dovrebbero favorire l’impiantarsi di una identità professionale che si colorerà in relazione all’orientamento teorico che il candidato tirocinante avrà avuto modo di approcciare lungo il percorso universitario.

Noi cerchiamo di favorire l’incontro che l’aspirante psicologo avrà con l’altro (il paziente), dotandolo di un modello di consultazione che prenda forma attraverso l’ottica della psicoanalisi.

L’ascolto

L’equipaggiamento di base, rappresentato dal modello, può favorire l’insediarsi nel candidato di una “mappa interna” attraverso la quale “ascoltare” la parola ed il silenzio dell’altro. Il modello contiene domande che tendono ad esplorare il processo evolutivo del paziente al fine di individuare dove il processo si è bloccato. Le domande mirano ad esplorare il rapporto che il paziente intrattiene sia con il proprio “mondo psichico” che con il “mondo esterno”.

La restituzione si costruisce attraverso la risonanza sensoriale-emotiva-cognitiva che le parole, i silenzi, la relazionalità dell’altro hanno nel mondo psichico interno dell’aspirante psicologo ed il ricorso alla teoria avviene solo in un secondo tempo al fine di dare un senso e un nome al suo sentire.

La teoria

Una teoria, che qualcuno ha pensato per noi e ci ha lasciato in eredità, acquista senso solo nel momento in cui si incardina sul nostro sentire emotivo, altrimenti rimane una mera ed astratta esibizione cognitiva che non ha alcuna possibilità di coniugarsi con il sentire del paziente ed incontrarlo.

Il nostro mondo psichico interno, se dispone di uno spazio tridimensionale ed insaturo, può diventare una cassa di risonanza o l’equivalente di un palcoscenico teatrale nel quale collocare le relazioni che l’altro intrattiene con le proprie figure parentali, al fine di comprenderne le modalità relazionali.

La consultazione

La consultazione deve avere uno statuto a sé stante, non necessariamente va concepita come propedeutica per l’inizio di un percorso psicoterapico; essa ha la funzione di restituire al paziente, attraverso il lavoro psichico compiuto da noi, lo stato del funzionamento della sua mente, lo stato del suo apparato difensivo e quanto questo apparato sia oggi adeguato o meno per accogliere, nel presente, i suoi bisogni interni e del mondo esterno.

Se la persona è giunta a richiedere una consultazione, dobbiamo ipotizzare che l’angoscia che l’ha spinta in tale direzione, possa essere legata alla percezione che il proprio assetto psichico ed apparato difensivo non sia più adeguato a svolgere la funzione che gli compete.

L’organizzazione del tirocinio

Le specifiche attività del TPV verranno svolte in aree e contesti professionali diversi.

Il tirocinio si fonda su un gruppo di un massimo di 25 partecipanti ogni anno i quali attraverso un gruppo di Tutor, entrano in contatto con materiale clinico di consultazione da questi ultimi presentato.

Il gruppo rappresenta lo strumento di lavoro privilegiato con le complicazioni ed i vantaggi che esso comporta.

Sulla base del continuo incontro con tale materiale clinico, il gruppo si allena a “leggere” lo stesso, a “masticarlo” e “digerirlo”, al fine di arrivare a costruire un ipotesi restitutiva.

Una quota parte del tirocinio professionalizzante si svolge con gli allievi del I anno di Specializzazione dell’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica, al fine di frequentare tre seminari che favoriscono un ampliamento del panorama della consultazione in ambito psichiatrico e della Baby Observation.

Le 750 ore di Tirocinio Pratico Valutativo (TPV) comprendono l’esperienza su indicata accompagnata da esperienze sul campo favorite da Protocolli d’intesa sviluppate con la Cattedra di Psicologia Clinica del Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti – Pescara e con l’Associazione di Promozione Sociale “Il Filo” di Chieti e la Comunità Educativa “Il Rocchetto”.

Attraverso i Protocolli d’intesa su indicati i tirocinanti avranno modo di frequentare le strutture di Consultazione del Dipartimento, dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti e della Comunità Educativa “Il Rocchetto”. Le suddette frequentazioni cliniche saranno supervisionate dai Tutor della nostra Associazione.

A completamento dell’esperienza i tirocinanti avranno modo di frequentare un monte ore pratico di Psicodiagnostica dedicato all’uso appropriato di alcuni strumenti testistici e un monte ore di deontologia clinica.

A conclusione del percorso abbiamo riciclato le agognate “simulate” che gli studenti universitari tanto richiedono puntando “l’occhio di bue” come a teatro, non sul paziente ma su chi conduce la consultazione, al fine di verificare quanto l’aspirante psicologo abbia avuto modo di impiantare dentro di sé il modello di consultazione.

Siamo soliti dire che per noi il tirocinio ha avuto un buon esito se al termine di esso il candidato si congeda con la consapevolezza dei propri limiti.

Alla fine del Tirocinio Pratico Valutativo (TPV) il tirocinante dovrà produrre un elaborato, di un minimo di trenta pagine, su “ ciò che gli resta” dell’esperienza che ha avuto modo di fare.

Dal 2016 l’Associazione ha istituito il “Premio Concetta Mancini” in memoria di una sua allieva scomparsa prematuramente.

Al Premio concorrono i tirocinanti dell’annualità in corso attraverso il loro elaborato finale di tirocinio.

Il Premio ha una valenza formativa in quanto il vincitore parteciperà gratuitamente alle “Giornate di Studio” dell’anno successivo che l’Associazione annualmente organizza su tematiche di clinica psicoanalitica.